martedì 21 marzo 2017

ARCIPELAGO 650: NO PAIN NO GAIN

La regata dell'Arcipelago 650 è appena terminata e siamo felicissimi per il risultato che abbiamo ottenuto.

Prima della partenza il nostro obiettivo era semplicemente qualificarci per le regate di classe B. Sapevamo di dover competere con equipaggi molto preparati, con tanta esperienza in classe Mini e, quindi, non avevamo neanche azzardato una speranza di classifica.
Invece, quando abbiamo tagliato il traguardo e ci siamo ritrovati all'8° posto, la nostra gioia è stata incontenibile.

E' proprio vero: vale la pena soffrire per raggiungere un risultato e speriamo che questo sia di buon auspicio, perchè ci rende ancora più motivati e getta benzina sul fuoco del nostro entusiasmo.

Ma andiamo con ordine e cerchiamo di raccontarvi com'è stata la nostra regata.

PARTIAMO CON CALMA

Dopo il breafing pre-partenza finalmente il comitato ci comunica che il percorso della regata sarà il numero 1: partenza da Talamone, Capraia, Giannutri e ritorno a Talamone, da terminare entro le 15:00 di domenica 19 marzo.
Arci650: Breafing pre-partenza - Photo: pitsfoto.com

Le situazione meteo è in evoluzione e l'unico elemento certo è che sabato è previsto un forte aumento del vento a sud dell'isola d'Elba in direzione est/sud-est.
Mettiamo, quindi, in preventivo che ci sarà un lunga bolina per tornare a casa.

Dopo aver consegnato i telefoni e ritirato il nostro tracker, torniamo in banchina per gli ultimi controlli prima della partenza.

Davide è apparentemente tranquillo, mentre io sono molto agitata.
Ci abbracciamo e respiriamo insieme, mentre aspettiamo il gommone che ci porterà sul campo di regata.

Arci650:#1minix2 - Photo: pitsfoto.com


Una volta fuori dal porto, testiamo un paio di andature e proviamo una presa di terzaroli (la manovra per ridurre la randa), per verificare che tutto sia a posto.
Troviamo un piccolo strappo nella vela e mettiamo su una riparazione di fortuna.

La barca comitato annuncia gli ultimi 5 minuti prima della partenza e ci avviciniamo alla linea.

Siamo d'accordo che ci terremo fuori dalla bagarre, perchè il nostro obiettivo principale è la qualifica per poter passare alle regate di Classe B e non possiamo permetterci una collisione.

I secondi scorrono veloci e, finalmente, arriviamo al countdown: 3, 2, 1... partiti!

Arci650: Partenza - Photo: pitsfoto.com


BOLINA, BOLINA E ANCORA... BOLINA

Decidiamo di fare un bordo in fuori, perchè la nostra tattica è restare lontani dalla costa, così da evitare sia le bocche d'Ombrone che la punta delle Rocchette, dove - per esperienze precedenti - ci sono spesso dei cali di vento.
Iniziamo a bolinare e la nostra scelta sembra corretta, visto che guadagniamo molto rispetto alle barche che restano sotto costa. 
Viriamo su un paio di scarsi e ci portiamo nuovamente fuori.

Una fastidiosa onda da nord-ovest ci penalizza rispetto alle barche che hanno fatto rotta lungo la costa. Ma ormai dobbiamo seguire l'opzione tattica di tenerci al largo.

Prima di arrivare davanti alle Rocchette, facciamo un lungo bordo al largo verso l'Elba. Vicino a noi ci siamo Bea e Vi.pe.r.

Cala la sera e siamo in vista della costa elbana. 
Il vento cala drasticamente. 
La nostra intenzione è di passare fra Cerboli e la Palmaiola. agganciamo un refolo e ci troviamo praticamente in rotta.

ARCI 650: Stered Lostek in rotta verso l'Elba al tramonto del 17 marzo - Photo Marzia Musso


A questo punto, visto che abbiamo un angolo favorevole issiamo il code 5 per cercare di fare un po' di velocità, ma Eolo è capriccioso e, appena issato il gennaker, il vento gira verso prua e siamo costretti a poggiare. Ammainiamo e issiamo il fiocco, ma ormai è troppo tardi: siamo finiti nella patana e restiamo due ore a ciondolare.

Finalmente la situazione si sblocca e torna un venticello leggero che ci permette di passare la Palmaiola e di far rotta verso Capraia, tenendoci paralleli alla costa toscana.

CAPRAIA: CHI HA SPENTO IL VENTO?

Durante la notte riusciamo a navigare sotto spi e, quando spunta l'alba, strambiamo nuovamente e andiamo diretti verso il nostro waypoint, che abbiamo fissato sulla punta nord dell'isola. 
Navighiamo sotto spi grande, ma avanziamo con qualche difficoltà, perchè abbiamo contro un'onda fastidiosa che è il residuo del vento di nord-ovest che ha imperversato sulla punta della Corsica negli ultimi giorni.

Intorno alle 11:00 siamo vicini all'isola. Di fronte a noi ci sono pochissime barche, per cui immaginiamo che il resto della flotta sia sotto costa dall'altra parte di Capraia. 
Visto che il vento viene da est, decidiamo di restare al largo per evitare il rischio  di finire ridossati.

Purtroppo la nostra strategia, per quanto corretta, non ci evita di finire bloccati nella zona di poco vento, insieme agli altri.

Soltanto i francesi di Alternative Sailing, che avevamo tenuto una rotta diversa da quella del gruppo, riescono a tenersi abbastanza discosti da non restare senza vento.

Dopo una mezz'ora passata a cercare di muoverci, mentre le vele sbattono di qua e di là e l'onda ci sballotta, finalmente riusciamo a ripartire dietro a Bea e cerchiamo di portarci fuori dal ridosso della Capraia.

Il nostro piano riesce e intorno alle 13.30 siamo alla Punta dello Zenobito e facciamo rotta verso l'Elba.

Arci650: rotta verso la punta della Capraia - Photo Marzia Musso


Ci teniamo a circa 5 miglia al largo, perchè ci sembra che chi si è portata sotto costa abbia poco vento, anche se soffriamo un po' le onde. Questa strategia sembra pagare, finchè finiamo, di nuovo, in un buco di vento. Di fianco a noi anche Big Jim e MinuscopiK soffrono.

Dopo circa un'ora in questa situazione, con l'onda che fa sbattere qualsiasi cosa, ecco che vediamo di fronte a noi l'aria che si avvicina. Finalmente ripartiamo e il vento comincia ad aumentare.

UNA LUNGA NOTTE SENZA STELLE

Nel frattempo il comitato di regata comunica la (sperata) riduzione di percorso. Per cui, dopo aver passato il canale fra l'Elba e Pianosa, possiamo fare rotta diretta verso Talamone, senza dover passare da Giannutri.

L'aria passa rapidamente da 6 a 15 nodi e, visto che il sole sta tramontando, decidiamo di prendere una mano di terzaroli, nella previsione che ci sia un ulteriore rinforzo dell'aria. 
Infatti, dopo poco, avanziamo nel buio a oltre 5 nodi, con una pressione di 18 nodi che diventano 20 sotto raffica.

Abbiamo fissato un waypoint un miglio fuori dalla punta di Pianosa, per evitare di entrare nella zona interdetta alla navigazione ed essere squalificati dalla regata. Navighiamo, quindi, su questa rotta e poi facciamo un bordo verso l'Elba, prima di virare e metterci in rotta in direzione Talamone.

Il vento ci dà scarso e siamo costretti a fare un bordo supplementare, prima di poter prendere la direzione che avevamo stabilito.

Le condizioni sono disagevoli: il cielo è completamente coperto, la luna non è ancora sorta e siamo nel buio più completo. Abbiamo un'onda formata dritta di prua e se ci scostiamo appena da un'angolo di 39/40°, la barca comincia a sbattere. Ogni tanto il pozzetto viene invaso completamente dall'acqua e bisogna fare attenzione a non scivolare. Fa freddo e, cerata a parte, siamo bagnati fradici.

Intorno non ci sono punti luminosi da prendere come riferimento, per cui dobbiamo navigare guardando i display e, dopo un po', ci si incrociano gli occhi per la fatica. 

La stanchezza comincia a farsi sentire, visto che abbiamo dormito meno di 2 ore a testa nelle ultime 24 ore e anche la fame e la disidratazione rischiano di diventare un problema. D'altronde mangiare e bere con la barca così sbandata e che sembra un puledro imbizzarrito, non è semplice come possa sembrare.

Davide resiste eroicamente al timone, perchè non mi sento affatto bene, sono scossa da brividi fortissimi e faccio fatica a fare qualsiasi cosa.

Le ore passano al rallentatore e non vediamo l'ora che sorga almeno la luna, perchè quest'oscurità totale ci soffoca. 

Ripenso alle parole di Florance Arthaud nel suo libro "Cette nuit la mer c'est noir". 
Penso al mare, a come, d'un tratto possa diventarci ostile, nemico. 
Penso a questa distesa di acqua e sale che mette a nudo chi siamo, le nostre debolezze, le nostre paure. 
Penso alle onde che spazzano via il superfluo e ci svelano le nostre reali necessità. Le mie ora sono un cappello asciutto, un sacco a pelo caldo e una piccola falce di luna che ci illumini la rotta.


LA POESIA DELL'ALBA

Dopo quasi 12 ore di buio, finalmente ecco arrivare l'alba e la luce ci solleva il morale.
Il mare è grigio come il piombo e riflette un cielo screziato di porpora.

Intorno a noi non si vede terra da nessuna parte e l'orizzonte è coperto da una spessa foschia.

All'improvviso una pinna spunta dalle onde. Poi altre due.
Ora ci sono tre piccoli delfini che si affiancano e iniziano a nuotarci intorno e a giocare con la prua di Stered Lostek.
Ci accompagnano per un lungo tratto e poi scompaiono fra i flutti.

Noi proseguiamo sulla nostra rotta di bolina in direzione Talamone, passando per le formiche di Grosseto, mentre il vento cala intorno ai 15 nodi.

Intorno a noi vediamo soltanto un’altra vela (che scopriremo essere Black Bull che ci è passata davanti nella notte) e temiamo di essere finiti in coda a tutti.

FINALMENTE ALLA META!

Arrivati in vista della costa, a circa 5 miglia dall'arrivo, iniziamo un bordeggio di avvicinamento a Talamone.


Arci650: Davide al timone in vista di Talamone - Foto Marzia Musso


Ormai ce l’abbiamo quasi fatta, ma non diciamo nulla per scaramanzia.

Una volta in prossimità dell’ingresso del golfo, avvertiamo via radio il comitato del nostro arrivo e alle 11:45 tagliamo finalmente il traguardo.

Ci abbracciamo ridendo: l’obiettivo qualificazione è raggiunto.

Ci affianca il gommone che dovrebbe riportarci all'ormeggio e chiedo al ragazzo a bordo:
“Siamo ultimi persi vero?”
“Ma no! Metà dei concorrenti sono ancora fuori!”
Con Davide ci guardiamo, increduli… siamo ottavi!

Una grande soddisfazione che ci rende orgogliosi del lavoro fatto e grati verso tutti gli amici che ci
hanno sostenuti e incoraggiati in questo nostro progetto un po’ folle, perchè in barca siamo in due, ma senza il supporto di Ernesto, Davide, Emanuele, Dario e di tutti quelli che in questi mesi ci hanno aiutato, non avremmo raggiunto questo risultato.

Grazie a tutti! E…alla prossima regata.

Arci650: Arrivati! - Photo: pitsfoto.com

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© 745: la rotta della cometa (Stered Lostek)
Maira Gall